Mercoledì 27 luglio presso il Circolo Acli di Castelletto di Busca l’Associazione Umanitaria Persone Come Noi (PCN) ha presentato “Una goccia di solidarietà”, convegno conclusivo del progetto “Semi, agroecologia e advocacy per la sicurezza alimentare e la resilienza delle famiglie rurali del Plateau Central” realizzato in Burkina Faso con il sostegno dei fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Persone Come Noi è presente in Burkina con progetti di aiuto umanitario volti a combattere l’insicurezza alimentare, la malnutrizione e a sostenere lo sviluppo rurale di uno dei Paesi più poveri al mondo. Il Burkina Faso si classifica 182° su 189 rispetto all’indice di sviluppo umano e circa il 45% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà con meno di 1,25 USD al giorno. Alla povertà estrema si aggiungono gli effetti dei cambiamenti climatici e il degrado delle risorse ambientali, che hanno un forte impatto sulla sicurezza alimentare della popolazione, determinando tassi cronici di malnutrizione: oltre 600.000 sono i bambini malnutriti e 100.000 le donne in gravidanza o allattamento che non raggiungono il livello minimo di fabbisogno nutrizionale. Inoltre negli ultimi anni la crescente insicurezza territoriale dovuta alla presenza di gruppo estremisti provenienti dai paesi limitrofi e il conseguente spostamento di grandi masse di popolazione hanno dato origine ad una crisi umanitaria senza precedenti che coinvolge 2,2 milioni di persone, di cui oltre la metà minori, con sfollati e persone che sfuggono da attacchi violenti.
In Burkina Faso lo sviluppo economico è essenzialmente basato sul settore rurale, che impiega e fornisce reddito a circa l’86% della popolazione. L’intervento di PCN in Burkina Faso è mirato allo sviluppo agricolo per sostenere la sicurezza alimentare. Negli anni si sono realizzate attività finalizzate all’aumento della produttività, alla formazione in ambito agro-silvo-pastorale e all’adattamento al cambiamento climatico per garantire la crescita del settore rurale e contribuire alla lotta contro la povertà, al miglioramento della sicurezza alimentare e alla promozione dello sviluppo sostenibile, oltre alla distribuzione di beni di prima necessità per gli sfollati e alla somministrazione di terapie nutrizionali per i bambini.
Il progetto ha mirato a rafforzare la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale tramite la promozione di un modello basato sulla sostenibilità dei sistemi agricoli, economici e sociali, sostenendo un modello zoo-agro-ecologico circolare e la gestione di sistemi alimentari sostenibili valorizzando i processi naturali dell’ecosistema e supportando l’autoproduzione degli input necessari per l’agricoltura diminuendo i costi di produzione del 50%.
Nello specifico il progetto ha condotto differenti attività: formazioni specialistiche e formazioni a cascata sul paradigma zoo-agro-ecologico circolare, creazione di campi pilota con selezione partecipata e riproduzione dei semi, creazione di vivai pilota, creazione di unità pilota di produzione bio-pesticidi e bio-fertilizzanti, dotazione di piccole attrezzature e animali. Con la formazione a cascata sono state beneficiate oltre 6000 persone nei villaggi beneficiati dall’intervento.
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