La lista dei paesi a rischio è sconvolgente: Malawi, Zimbabwe, Etiopia, Sud Sudan, Sudan, Burkina Faso e Somalia sono quelli più in pericolo, ma anche Nigeria, Ciad, Repubblica Centroafricana, Sud Africa, Kenya, Uganda, Congo e Gabon.
Le carestie dipendono dalla povertà, fenomeno non naturale ma creato dall'uomo. Con l'1% del capitale delle persone più ricche del pianeta si potrebbe azzerare la fame e la povertà per tutti gli esseri umani.
Secondo il Rapporto annuale sullo Stato di insicurezza alimentare nel mondo della FAO (SOFI 2018), 821 milioni di persone (cioè una su nove) sono state esposte al rischio della fame o ne sono state vittime nel 2017. Si tratta di sei milioni in più rispetto al 2016, ovvero di un drastico peggioramento della situazione che segna una battuta d’arresto nei progressi fatti finora. E’ chiaro che siamo ancora lontani dal raggiungere l’Obiettivo Fame Zero entro il 2030.
Le crisi alimentari sono anche la tragica conseguenza di diversi fattori, tra cui i conflitti e gli effetti del cambiamento climatico, ai quali però si aggiungono altre cause, che vanno dagli sfollamenti forzati ai disastri naturali, dalla debole governance agli shock economici, dai cambiamenti demografici all’urbanizzazione, ma queste sono solo le "sotto cause"
Nel mondo 8 uomini, da soli, posseggono 426 miliardi di dollari, la stessa ricchezza della metà più povera del pianeta, ossia 3,6 miliardi di persone. Ed è dal 2015 che l’1% più ricco dell’umanità possiede più del restante 99%. L’attuale sistema economico favorisce l’accumulo di risorse nelle mani di una élite super privilegiata ai danni dei più poveri (in maggioranza donne e Bambini).
Facciamo sentire la loro voce con la nostra voce!
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